Dal rilevamento delle misure antropometriche abbiamo scelto: il telaio, il manubrio, la sella, le pedivelle.

Ora dopo l’assemblaggio di tutti i componenti, passiamo all’impostazione del ciclista in bicicletta con analisi statica.

La postura del ciclista può essere definita come la posizione tridimensionale assunta dai vari segmenti corporei e dipende dallo sviluppo e la forma del sistema osteo-articolare. Il ciclista si trova in un sistema a catena cinetica chiusa determinato dalla posizione reciproca di sella, manubrio e tacchette sul pedale. (dott. Zani)

 

Altezza sella

L’altezza corretta della sella è fondamentale sia per il rendimento biomeccanico che metabolico muscolare. I muscoli degli arti inferiori possono comportarsi in modo più o meno efficace, a seconda del range di lunghezza lungo il quale sono arrivati.

Da uno studio del dott. Pruitt è stato definito l’angolo statico di estensione massima del ginocchio, entro il quale l’articolazione lavora in condizioni fisiologiche senza stressare le strutture tendineo-cartilaginee.

Posizionando il piede sul pedale in modo orizzontale con la pedivella verticale in basso (punto morto inferiore) e l’angolo di incidenza tra femore e tibia, deve essere massimo 25-30°. A questa situazione statica verificabile con un goniometro, corrisponde, nell’analisi cinematica della pedalata, un angolo di 40-45° essendo la caviglia già in fase di estensione.

Arretramento sella

Per arretramento sella si intende la distanza dalla punta della sella alla linea verticale passante per il movimento centrale.

Questo parametro è il punto cruciale della postura in bicicletta.

Una volta scelto il tipo di sella col metodo descritto nell’articolo precedente, passiamo al fissaggio della stessa sulla bicicletta.

Esistono vari metodi (statici) utilizzati per definire l’arretramento sella, ma tutti concordano sul riferimento tra pedale e ginocchio. Questi metodi sono indicati per ottimizzare il lavoro articolare del ginocchio ed evitare le patologie dell’apparato estensore e flessore.

Associato al relativo angolo di altezza sella, garantisce l’incolumità del ginocchio nel suo insieme e determina indirettamente l’arretramento sella.

Metodo A dott. Pruitt:

Mettendo la pedivella e pedale orizzontale, il bordo anteriore della rotula deve essere in linea verticale sul bordo anteriore della pedivella.

Metodo B dott. Zani:

Sempre con pedivella e pedale orizzontale, la linea verticale deve passare per il bordo laterale della rotula e bordo posteriore perno del pedale.

Metodo C Kops:

Pedivella e pedale orizzontali, linea verticale che passa sulla protuberanza sottostante la rotula e passante per il centro perno del pedale.

Allungamento in bicicletta

Questo riferimento è definito dalla distanza punta sella-manubrio e punta sella-leve-comandi.

Questa distanza dipende dalla lunghezza del tubo orizzontale del telaio sommata all’attacco manubrio e alla profondità della curva manubrio.                                                                                                                                                          I criteri per posizionare in modo corretto e confortevole sono:

1) Distribuzione dei carichi

Il ciclista in bicicletta scarica il peso dei suoi segmenti corporei sulle due ruote. Dalle percentuali di peso distribuito su questi due punti dipende la sensazione di comfort dell’apparato muscolo-scheletrico.

Il bilanciamento ottimale e confortevole rilevato da numerose esperienze eseguite con professionisti risulta del 40% sulla ruota anteriore e del 60% sulla ruota posteriore.

Per fare un esempio, un ciclista del peso di 72Kg e una bicicletta del peso di 8 Kg, i pesi dovranno essere ripartiti in, 32Kg sulla ruota anteriore e 48Kg sulla ruota posteriore.

2) Assetto della colonna vertebrale

Per evitare sovraccarichi e danni del rachide è importante evitare curve anomale della colonna.

Osservando lateralmente il ciclista con le mani appoggiate sulla parte bassa del manubrio, la colonna deve essere disposta ad arco e ampio raggio quasi completamente retta col gomito leggermente flesso.

Vanno naturalmente considerati i paramorfismi e le curvature anomale già presenti nella posizione eretta, evidenziabile con l’esame clinico posturale e articolare.

Posizione aerodinamica

La capacità di mantenere abbassati il tronco e la testa è una caratteristica difficilmente quantificabile a priori.

Nessun test o indice è in grado di prevedere quanto un individuo possa stare più o meno abbassato sul manubrio. Inoltre questa caratteristica si modifica nel tempo e nelle diverse età.

Una distanza sella attacco manubrio, superiore alla norma è prevedibile solo in ciclisti longitipi con molti anni di attività, in età giovanile o media con buona mobilità del rachide, o ciclista con tronco corto e braccia lunghe, si potrà arrivare ad un dislivello di circa 15cm.

Una distanza sella attacco manubrio inferiore alla norma è prevedibile in ciclisti in sovrappeso, ciclisti con muscolatura ben rappresentata su tronco e braccia, oppure con scarsa mobilità articolare lombo sacrale, ciclisti principianti nei primi anni di attività.

L’evoluzione tecnologica ci mette a disposizione altri mezzi e metodi per il rilevamento della postura corretta in bicicletta.

L’analisi cinematica è senza dubbio un metodo affidabile, in quanto molto prossimo alla realtà del gesto atletico.

Il posizionamento comprende una prima anamnesi generale dell’atleta, per individuare eventuali fattori che possano condizionare la posizione calcolata; poi si passa all’individuazione di nove punti su cui vengono posti i marcatori passivi e infine la realizzazione e lo sviluppo dell’analisi video.

A questo punto si posizionano i nove marker (sulla caviglia, ginocchio, anca, bacino, polso, gomito e spalla). Il ciclista posizionato su un cicloergometro pedala a un ritmo di circa 90 RPM e una telecamera ad alta velocità acquisisce 10 secondi di filmato sullo spostamento dei marker posti sul ciclista, il software elabora e ricostruisce gli angoli di lavoro delle articolazioni.

L’analisi del movimento degli arti viene confrontata con quelli di riferimento prestabiliti che consentono la variazione della posizione del ciclista modificando i punti di appoggio, sella, manubrio, pedali-tacchette.

Da tenere presente che i test biomeccanici veri e propri sono inutili per quanto riguarda i bambini (categoria giovanissimi) in questa fase sportiva, i piccoli ciclisti vanno seguiti costantemente dai tecnici è sufficiente verificare che il margine di errore nella postura non pregiudichi lo sviluppo morfologico del bambino. L’unica considerazione necessaria è sull’altezza sella dove la massima estensione della pedalata dovrebbe essere maggiore di quella di un adulto per sollecitare il muscolo a un’ipertensione sufficiente a favorire uno sviluppo fisiologico ottimale in tutto l’apparato scheletrico muscolare inferiore.

 

Considerazioni

Definita la posizione corretta in bicicletta, l’obiettivo finale di una buona postura è quello di garantire una performance uniforme nei vari percorsi e soprattutto favorire l’azione in salita, sugli strappi e nelle accelerazioni.

Poi sarà solo l’atleta con la sua sensibilità e senso critico individuare i margini di miglioramento della postura e delle capacità fisico-atletiche.

 

Sergio Barbon